Le cose da non dire mai ad una mamma casalinga
di Redazione
06/05/2013
È vero, sono una mamma di due splendide bimbe e sono, a tutti gli effetti, una mamma casalinga. Eppure, sebbene il ruolo di madre mi piaccia tantissimo così come trovi gratificante prendermi cura della mia famiglia nel modo che mi riesce meglio, ci sono alcuni commenti che, sebbene fatti in buona fede dalle persone che mi vogliono bene, un po' mi infastidiscono.
Non è niente di grave per intenderci, ma presuppongono quasi che la mia sia una condizione forzata piuttosto che una scelta di vita, qualcosa che è percepita più come una perdita che un modo per affrontare le giornate da vincente. Le prime a farti questi complimenti sono le donne lavoratrici, le amiche che magari non hanno ancora avuto dei figli o che li hanno, ma si avvalgono di asili, parenti e tutto ciò di cui possono disporre per avere quanto più tempo libero possibile. Anche questa è sicuramente una scelta di vita, io evidentemente ne ho fatta una diversa perché questa soluzione non voglio prenderla in considerazione.
Essere una mamma casalinga non è una punizione
Una delle cose generalmente più fastidiose che si chiedono ad una mamma casalinga è “Beh, che farai di bello stasera?”. La risposta più spontanea sarebbe quella di dire “Pensavo di mettere i bambini a letto per poi andare a ballare tutta la notte e tornare a casa ubriaca il mattino dopo”. Ma che domande sono? Le mamme la sera hanno i momenti più faticosi di tutta la giornata, dopo aver passato tutta la mattina a pulire il più velocemente possibile, aver sfidato il frigorifero per riuscire a trovare una nuova ricetta mischiando a caso gli ingredienti in esso contenuti, aver trascorso il pomeriggio a ristabilire l'ordine del dopo pranzo e il tutto mentre si sta dietro ad una bimba di poco più di un anno che vuole giocare con te, sfido qualunque madre ad avere le forze per fare qualunque cosa alla sera oltre a mettere a letto le bambine e buttarsi sul divano a guardare in santa pace un po' di tv. So che si tratta di una domanda detta così, giusto per fare conversazione, un modo come un altro per non farti sentire più ai margini della società ma una donna ancora con tutte le carte in regola per avere una vita sociale attiva e appagante. Per me non è affatto deleterio godermi un po' di sano riposo. Anzi, potessi farlo anche di giorno, ci metterei la firma!
Ciò che vogliamo a fine giornata è:
- pace
- tranquillità
- riposare
- staccare la spina
- usare la bocca e le gambe il minimo indispensabile
- qualcuno che ci prepari una tazza di latte caldo
- eventualmente scrivere un articolo per il blog
- andare finalmente a dormire
Mi irrita molto anche quando mi si dice “Eh, deve essere dura mandare avanti una famiglia con uno stipendio solo”, quasi presupponendo che io non lavori perché non trovo lavoro, piuttosto che per il desiderio di crescere i miei figli finché non andranno entrambi a scuola. L'argomento economico è per me molto personale, chiedermi qualcosa riguardo la mia situazione economica lo equivalgo quasi a domande sulla mia sfera più intima. Sono cose da non chiedere agli amici, figurarsi a persone che si conoscono appena! Ed è ancora più fastidiosa la supponenza, la domanda che cela la risposta “dev'essere dura, vero?”. No, non lo è affatto. Certo, bisogna rinunciare a qualcosa, ma se abbiamo fatto questa scelta è perché ce lo possiamo permettere fortunatamente.
E che dire di chi ti dice invece “Goditi ogni singolo minuto della vita dei tuoi figli, perché te li ritrovi grandi in un attimo e poi ti rendi conto di esserti persa momenti importanti”: la fiera della banalità! Mi piacerebbe moltissimo posare l'aspirapolvere quando la bimba viene a mostrarmi un disegno o darle retta quando sono china in una pozza d'acqua mentre pulisco il bagno. Quando posso lo faccio, sì, ma non mi è possibile godermi tutti i singoli minuti della loro vita. A volte devo chiedere loro di tacere perché sto parlando io, di finire il pasto prima di andare a giocare o di mostrarmi il nuovo gioco dopo che avrò finito le pulizie. A volte anche le uscite al parco vengono posticipate perché c'è qualcosa di improrogabile da portare a termine. Eppure non mi sento una cattiva madre, spendo tutte le mie energie per far felici le mie bimbe, ci mancano solo gli estranei a farmi venire i sensi di colpa per i momenti che non ho potuto godermi!
Si tratta di piccolezze, certo, e probabilmente il problema è tutto mio e di come vivo la mia vita e tutelo la mia privacy. Tuttavia credo che in alcuni casi sarebbe opportuno usare un po' di buon senso e fare conversazione costruttiva piuttosto che buttare a caso due parole giusto per non lasciare momenti vuoti in cui non si ha nulla da dire. A me i silenzi, davvero, non dispiacciono affatto.
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Mi chiamo Erika e sono una mamma innamorata del suo bimbo, una moglie innamorata di suo marito, una biologa innamorata del suo lavoro... Adoro aiutare le persone: se un po' del mio tempo speso per gli altri serve per dare una mano anche ad una sola persona, penso ne sia valsa la pena.