Come traumatizzare un bambino a Natale
di Redazione
22/12/2012

Il Natale ha un valore diverso per genitori e bambini
Il Natale assume un valore del tutto diverso per noi genitori, possiamo servircene per un mesetto buono utilizzando l'arma del ricatto. Eh sì, perché se non fai la brava, piccola mia, Babbo Natale quest'anno non ti porta i regali! Ed ecco che anche il bambino più capriccioso si siede buono nel divano e smette subito il suo capriccio. E' uno stratagemma subdolo, me ne rendo conto però insomma, chi non lo ha mai detto anche solo una volta al proprio figlio? Io di ricordi traumatizzanti ne ho tantissimi (e si vede!), tra genitori e nonni i miei armadi brulicavano di lupi cattivi, uomoni neri, diavoli e chi più ne ha più ne metta. Non sono sicura che sia giusto far provare la paura ad un bambino ma quando arriviamo allo stremo delle forze e la pazienza si esaurisce (incredibilmente i bambini sono particolarmente bravi in queste cose), ogni tipo di aiuto ci risolve la giornata. Ok, forse non proprio la giornata, ma 5 minuti di silenzio spesso e volentieri sono una manna dal cielo!Più i bambini crescono, più il ricatto si fa sofisticato.
Quest'anno abbiamo aggiunto i folletti invisibili, che dicono a Babbo Natale se e quando fa i capricci. Allora lei lentamente inizia a guardarsi attorno con circospezione e un filo di scetticismo, ma pensa che tutto sommato potrebbe anche essere vero. Tanto vale fare la brava, non si può mai sapere... Ma il ricatto non è poi così astratto e fine a sé stesso, il giorno di Natale si concretizza eccome! La notte della vigilia un omone grande e grosso bussa alla porta e, in quel momento, casa nostra è un brulicare di emozioni, paure, aspettative e buoni propositi. La prima volta che Donato si è travestito da Babbo Natale, Ginevra aveva due anni. La reazione è stata decisamente traumatizzante, forse anche troppo per lei. Bisogna dire però che più gli anni passano, e meno il ricatto sortisce l'effetto desiderato. Chissà, magari tra un anno o due potremo già rivelarle che, in realtà, Babbo Natale non esiste...Articolo Precedente
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Redazione
Mi chiamo Erika e sono una mamma innamorata del suo bimbo, una moglie innamorata di suo marito, una biologa innamorata del suo lavoro... Adoro aiutare le persone: se un po' del mio tempo speso per gli altri serve per dare una mano anche ad una sola persona, penso ne sia valsa la pena.