Se ve lo state chiedendo sì, questo è un piccolo tutorial per realizzare un cancellino fai da te per la lavagna. In realtà però è anche qualcos’altro, un saluto alla scuola materna sicuramente. Un modo per lasciare ai bimbi che arriveranno dopo un ricordo di mia figlia e, chissà, magari lo userà anche la mia secondogenita!
Come avrete capito, proprio in questi giorni io e mio marito abbiamo fatto l’iscrizione alle scuole elementari per Ginevra. La mia piccolina ha compiuto i 5 anni ormai e mi sembra davvero ieri che me la poggiavano sul petto per la prima volta, ancora con il cordone ombelicale attaccato.
Mi sembra ieri che mi guardava con un misto di stupore e paura quando invece, nel letto d’ospedale, tenevo in braccio Elena, la più piccola. Ed io che ricambiavo il suo sguardo, cercando di farle coraggio e di farle capire che tra me e lei non era cambiato nulla. Che anche lei era ancora la mia piccolina. Che pur dovendo dividere il mio affetto tra loro due, ce ne sarebbe stato in abbondanza per tutti quanti.
E lei si è adattata al cambiamento, ha accettato sua sorella pur sentendosi meno importante rispetto a prima, meno esclusiva. Per sua sorella la competizione è più istintiva, lei è nata sorella non ci è diventata a metà strada, e per lei una coccola in più alla sorella più grande è un affronto piuttosto che una delusione, come lo è per Ginevra.
Ginevra è tanto sensibile, è dolce e giudiziosa. Ed io ho sempre cercato di fare tutto il possibile (o almeno ci ho provato) per dimostrarle quanto sia fiera di lei, quanto non ci siano differenze tra lei e la sorella. Ed in effetti non ho davvero preferenze, ma da quando è nata la piccola non faccio altro che cercare di dimostrare a lei e a me che è proprio così. In alcuni casi ho dei comportamenti quasi maniacali, sapete cosa faccio?
– Al mattino se una busta di latte è quasi terminata, ne metto un po’ all’una ed un po’ all’altra per non sentirmi in colpa di aver dato del latte “vecchio” solo ad una delle due.
– Il cacao nel latte lo metto un cucchiaino ad una, uno all’altra, poi di nuovo uno alla prima ed uno alla seconda e mescolo le tazze con due cucchiaini contemporaneamente.
– Faccio loro la doccia assieme gettando l’acqua un po’ a Ginevra ed un po’ ad Elena così che non possano dire che una è stata sotto l’acqua più tempo dell’altra.
– I giochini li compro uguali e dello stesso colore perché altrimenti puntualmente vogliono scambiarseli di continuo ritenendo quello che ha in mano l’altra sempre il migliore.
– … e via di seguito.
Insomma, lo so che a volte sono comportamenti esagerati e che potrei semplicemente rilassarmi e dare a ciascuna di loro quanto è realmente necessario, ma ho paura di non esserne capace e darmi delle regole è un po’ il mio modo di potermi guardare allo specchio e affermare con certezza che non ho una figlia preferita. Se ve lo state chiedendo no, non ho vissuto un’infanzia difficile da quel punto di vista, non che me ne sia resa conto almeno. Sono stata figlia unica fino ai 13 anni e quando mio fratello è nato ero già in piena adolescenza con relativa necessità di autonomia rispetto ai genitori.
Eppure ho vissuto l’ansia di altri primogeniti che, invece, hanno sentito eccome il distacco dai genitori dopo l’arrivo del secondo. Probabilmente, a dispetto dell’impegno che può metterci un genitore, è una condizione che si subisce istintivamente e c’è davvero poco da fare al riguardo. Non lo so. Ma preferisco comunque impegnarmi affinché questo disagio non diventi un vero e proprio problema sociale, per quanto mi è possibile.
Ad ogni modo, pur facendo di tutto perché le mie piccole restino piccole per me allo stesso modo, è inevitabile che crescano e facciano delle esperienze diverse.
A Settembre Ginevra andrà alle elementari. Ancora non posso crederci. Di tanto in tanto torna a casa dalla scuola materna lamentandosi “Mamma oggi ho giocato poco perché le maestre mi hanno fatto fare tanti lavori…”. Sarà pronta per il salto? Da bimba diventerà una ragazzina, al solo pensiero mi viene un nodo in gola.
Nei giorni scorsi le maestre della materna mi hanno chiesto di portare in classe una spugna da cucina da utilizzare come cancellino per la lavagna, dato che la scuola non può provvedere. Non può provvedere neanche all’acquisto della carta igienica, del sapone. Non ha i soldi per comprare materiale didattico né per fare i lavori di ristrutturazione. Ed io, da genitore, cerco di fare tutto il possibile per aiutare la classe. Perché in quella classe c’è mia figlia ed io voglio che non le manchi assolutamente niente. Compreso un cancellino colorato e bellissimo, fatto da me e lei assieme, che possa usare con fierezza quando dovrà correggere i suoi stessi errori alla lavagna. E sarà anche un modo per passare il testimone alla classe che arriverà dopo la sua e, chissà, magari il prossimo anno lo userà anche sua sorella!
Abbiamo ritagliato dei pezzi di feltro colorato della larghezza di circa 2cm.
Li abbiamo arrotolati aggiungendo un punto di colla a caldo tra uno strato e l’altro. Sembrava una caramella!
Alla fine abbiamo fatto un buchino nell’ultima striscia e ci abbiamo legato un cordoncino in lana, da legare alla lavagna affinché non si perda.
Lei è stata fierissima di mostrarlo alla maestra, al posto della spugna da cucina che ci avevano chiesto. Ed io ero così fiera di lei che provava tanto entusiasmo per una cosa così piccola. Ed è una sensazione meravigliosa.